La Provincia Martedì, 21 settembre 1999                  SPETTACOLI                            

 

RECENSIONI. Per “Lo spazio trovato” alla Ca’ d’Industria

Artigiano, una bella fiaba

Applauditi maghi e fate de “I frutti dell’albero d’oro”

 

 

Maghi e fate, re crudeli e principi infelici, animali e pastori, ma soprattutto un'immaginazione straripante, capace di dare vita alle situazioni più incredibili.

Questi gli ingredienti de «I frutti dell'albero d'oro», la favola antica rappresentata l'altra sera, dalla compagnia canturina Teatro Artigiano, nell'auditorium della Ca' d'Industria, in occasione de «Lo spazio trovato». Diretta da Sergio Porro e interpretata con intensità dagli attori non professionisti del gruppo sperimentale, giunto al ventottesimo anno di attività, la pièce nasce dalla trasposizione per le scene di «Le rameau d'or», novella dell'autrice francese Marie-Catherine d'Aulnoy, vissuta nel XVII secolo e celebre per i racconti fantastici, che le valsero anche il titolo di novellatrice alla corte del Re Sole. Collocando la narrazione in una dimensione atemporale, gli attori hanno dato vita ad una recitazione corale, costruita su particolari accorgimenti mimico-gestuali oltre che sull'uso della parola. La storia di Torsolo e Torcicollo, principi dapprima deformi e poi via via soggetti ad una metamorfosi fisica e spirituale, trasmetteva, al di là della dimensione fantastica, un messaggio di crescita nell'amore attraverso le peripezie della vita, fino a trovare l'albero d'oro, fonte della felicità senza ombre. La scelta forzata di rappresentare lo spettacolo al chiuso, a causa della pioggia, ha penalizzato in spazi ristretti la recitazione ma la compagnia è comunque riuscita a trasmettere al numeroso pubblico la meraviglia che emana dalla fiaba. Minimali i costumi di Peppo Peduzzi, immaginifiche e leggere le sculture-scenografie del canturino Valerio Gaeti. Applausi convinti.

 

Sara Cerrato