RECENSIONI. Una pièce nella natura
Forse Marie Cathérine d’Aulnoy, apprezzata novellatrice alla corte del Re Sole, raccontava le sue favole nei giardini di Versailles, tra fontane e boschi, catturando con la sua fantasia, nobili dame e cavalieri.
Quasi quattro secoli dopo, l'incanto si è ripetuto. E' avvenuto l'altra sera, nel magnifico parco di Villa Erba a Cernobbio, dove la compagnia canturina Teatro Artigiano ha proposto uno dei propri spettacoli più riusciti, appunto «I frutti dell' Albero d'oro», della scrittrice seicentesca.
Inserito ne «La bella estate a Cernobbio», la rassegna estiva organizzata dal Comune, lo spettacolo, diretto da Sergio Porro, ha trovato la sua ambientazione ideale proprio nel grande giardino ed in particolare in un boschetto di platani e querce antistante la villa. Qui, approfittando della cornice naturalistica, che amplificava l'effetto delle suggestive scenografie diValerio Gaeti, gli attori hanno messo in scena una vicenda favolosa, incentrata sulle avventure di Torsolo e Torcicollo, principi deformi che in un "viaggio" compiuto nello spazio e nell'anima diventeranno bellissimi e troveranno amore e felicità, senza rinunciare alla virtù. Due eroi sfortunati ma simpatici, antagonisti malvagi che più non si potrebbe, aiutanti miracolosi e benevoli: c'erano proprio tutti gli ingredienti per una storia avvincente, capace di affascinare il pubblico. A ciò la compagnia ha aggiunto un linguaggio immaginifico e ricco di felici invenzioni per trasmettere leggerezza e magia. D'obbligo il lieto fine. Applausi.
Sara Cerrato