La Provincia Sabato, 22 settembre 2001                   SPETTACOLI                             45co

 

RASSEGNE. Appuntamento con il teatro, stasera nello Shed Spazio Ticosa, nell’ambito del Festival Autunno musicale a Como

Euripide racconta una tragedia ambigua

Sergio Porro dirige “Alcesti”, un testo che suscita inquietanti interrogativi

 

Lo Shed Spazio Nuova Ticosa (viale Roosevelt a Como) ospita stasera (ore 21) la prima rappresentazione di «Alcesti» di Euripide nel nuovo allestimento del Teatro Artigiano di Cantù. Lo spettacolo è allestito nell’ambito del Festival Autunno Musicale a Como, dal Centro Attività Musicali e Teatrali in collaborazione con il Teatro Artigiano di Cantù.

Versione, adattamento scenico e regia sono di Sergio Porro.

«Alcesti», tragedia fra le più affascinanti e ambigue di quell’irriducibile innovatore del teatro classico che è stato Euripide, suscita nel pubblico moderno inquietanti interrogativi: tragedia senza sangue, prevede però la morte e la mette concretamente in scena (caso unico in tutto il teatro antico) per ben due volte, fisicamente nel corpo della protagonista che rinuncia alla propria vita per risparmiare quella del marito Admeto, e simbolicamente nella figura della donna velata, ma usa un linguaggio quotidiano, talché alla fine non si sa bene se considerarla tragedia o antitragedia, semi- tragedia o tragedia a lieto fine, tragicommedia o commedia tragica. Tanta complessità deriva dal fatto che tutto ciò che è ragionevolmente prevedibile viene sistematicamente disatteso: Admeto dovrebbe morire ma resta in vita grazie ad Alcesti, Alcesti muore ma poi ritorna dall’aldilà... Ed è questa complessità che ha affascinato il Teatro Artigiano di Cantù, da quando, alla fine del 1998, ha iniziato a pensare a questo allestimento giungendo, com’è nella natura stessa del capolavoro preso in considerazione, non a sciogliere gli intricati enigmi ma a farli, semmai, deflagrare.

Le luci e i costumi sono di Peppo Peduzzi, il primo ad affermare che questa «Alcesti» è «un sogno». Ed ecco strappati ai drammatici colori del sogno «il nero e il bianco» come segni corporali dell’incubo, del dolce risveglio o dell’insonnia crudele. Gli oggetti di scena e le sculture sono di Valerio Gaeti; le cose più vistose sono di ferro arrugginito, di ferro lavorato nell’ultima bottega artigiana rimasta in vita a Cantù, quella di Antonio Pecoraro. L’adattamento scenico e la sistemazione dei posti a sedere, lungi dal far riferimento a taluni esperimenti d’avanguardia dei primi anni ‘70, sono determinati dal desiderio di far partecipare gli spettatori il più vicino possibile, intimamente, alla veglia di Alcesti, alla sua agonia, alla sua morte, ai fatti che conducono alla sua resurrezione.

Dieci gli attori coinvolti: Fiorella Rovagnati (Alcesti), Gigi Leoni (Admeto), Elio Tagliabue (Apollo e Ferete), Tarcisio Negrini (Thanatos), Anna Romano (Una muta), Loredana Bianchi (Una donna), Elena Bruno (Una seconda donna), Josephin Frangione (Una giovane donna), Bruno Tortoreto (Eracle), Osvaldo Ballabio (Caronte).

Lo spettacolo sarà replicato sabato 29 settembre alle ore 21 e sabato 20 ottobre (stesso orario), sempre allo Shed Spazio Nuova Ticosa. Ingresso a diecimila lire.

 

(re. spe.)