Inventare ieri. Uno spettacolo di 6 km. 

Ideazione di Sergio Porro

Realizzazione del Teatro Artigiano nell'ambito del 10° Autunno Musicale/Ricerca e animazione sul territorio

 

Un piccolo paese, agricolo e artigiano, reinventa una leggenda della sua storia brianzola con bestiame e carri,

animali da cortile, trattori e ruspe, matrimoni allegorici, battaglie e tanti canti.

E' spettacolo? è festa? è teatro?  

Monguzzo, 10 ottobre 1976  (dalle ore 15,30 fino al buio)

Cronache sotto il castello.  Dal diario dell'intervento del Teatro Artigiano a Monguzzo

Venerdì, 2 luglio 1976.  Partendo dal principio che tutti i paesi, anche i più piccoli, nascondono quella persona che si è sempre occupata di storia locale, decido di incominciare con una telefonata in Municipio a caccia di notizie, di informazioni (esisterà, per esempio, una biblioteca?), di un nome. Il nome c'è: Mario Rigamonti, applicato... Da lui le prime informazioni: c'è una sola scuola elementare, gli alunni sono un'ottantina in tutto, divisi in 5 classi e guidate da 5 insegnanti, nessuna di Monguzzo... Monguzzo è ricca di storia, ma le fonti sono scomparse, distrutte. Mi consiglia di mettermi in contatto con Padre Pio, un frate che troverò al castello e che tutti conoscono come "il frate che insegna musica ai bambini"...    

Sabato, 17 luglio 1976.   Sto camminando lungo il viale che sale al castello... Padre Pio sta suonando e non vuole essere disturbato. Aspetto che finisca il pezzo e mi presento da solo. Parliamo faccia a faccia, in un angolo accogliente, per un paio d'ore. Anche lui fuma come un turco. Mi riassume la storia del castello, quello che è riuscito a sapere, quello che non conoscerà mai, mi parla delle sue delusioni e dei suoi scoraggiamenti... Io gli espongo il mio progetto e lui mi dice che sono pazzo...  

Giovedì, 22 luglio 1976.  Una cena di lavoro che deve ufficializzare l'intervento organizzata dall'Autunno Musicale. Sono presenti Italo Gomez e Gisella Belgeri, il Sindaco di Monguzzo Luciano Molteni, Autorità Provinciali e locali... E' un Sindaco simpatico che mi parla a lungo della situazione politica e sociale di Monguzzo... Non sembra molto entusiasta, ma offre ampia disponibilità... Monguzzo si dichiara un paese incredibilmente diviso in due: le donne e gli uomini, le villette e le cascine, il castello e le frazioni, la destra e la sinistra. Lontano, intanto, sorridono gli spettri di Peppone e Don Camillo...    

Giovedì, 29 luglio 1976.   La partenza: sono i bambini che inventeranno leggende, fiabe, storie di fantasia, ecc... Da questi scritti dovrà uscire il "traliccio" degli eventi... La ricerca: bisogna fare il giro delle case, per conoscere tutti gli abitanti, raccogliere dai più anziani storie passate, ricordi, vecchie tradizioni... L'intervento: sarà un teatro da strada, spettacolo popolare, senza costumi e senza parti, perché non ci saranno attori, o protagonisti, ma gente viva che darà vita i fatti come a una festa...   Sabato, 4 settembre 1976.   A cena, ci siamo! Vengono fissati i 3 momenti storici della leggenda: 1 - il Cinquecento con Gian Giacomo de' Medici, detto il Medeghino.  2 - il Risorgimento con Mazzini e la Carboneria.  3 - la Resistenza (da queste parti si nascondeva Giancarlo Puecher)... Automaticamente si progetta la processione che comprenderà tre settori ben definiti fin dalla partenza: 1 - il Medeghino con le sue armate.  2 - il Mazzini con le sue idee.  3 - la Resistenza con i suoi episodi allegorici (per esempio l'arresto e la fucilazione dell'Amministrazione rossa di Monguzzo)...         

Domenica, 5 settembre 1976.  Quando lascio il castello, lungo il viale, decido che l'immenso mostro, l'orcodivoratore del passato (e del presente) sarà costruito proprio davanti al cancello che apre all'ingresso del viale principale: quel giorno nessuno potrà entrare nel castello, ma nemmeno qualcuno potrà uscire...   Lunedì, 6 settembre 1976.   Fissati i luoghi deputati, comunico a tutti il primo abbozzo degli avvenimenti:  1 - nella frazione Castello, il raggruppamento del corteo già definito storicamente...   3 - nella frazione S.Biagio, ci sarà una battaglia cinquecentesca con i carri e il bestiame, i rastrelli e i forconi, scale e attrezzi agricoli... 5 - nella frazione Solferino, una battaglia con le ruspe e i trattori...   

Martedì, 14 settembre 1976.   A casa mi viene in mente che la battaglia cinquecentesca potrebbe essere risolta con due lunghi pali spinta da una ventina di persone (ricordano l'ariete di sfondamento)... Fanno contorno gli altri con rastrelli, vanghe, falcetti e tanti attrezzi agricoli...   Domenica, 26 settembre 1976.  Decidiamo di rinunciare ai pali. Che cosa usare allora al posto dei pali? Questa rinuncia mi dà una buona idea: useremo quattro scale a pioli, di legno. La scala di legno rimanda immediatamente alle battaglie primitive: ricorda l'assalto ai castelli! alle mura! Sono comunque strumento di offesa... 

...sono gli anni tormentatissimi della Indipendenza e il fallimento della Carboneria. L'arrivo tempestivo della Polizia Austriaca fa prigionieri alcuni carbonari e li tormenta fino alla morte...  

...alla fine, la potenza dell'Austria distrugge l'ultima speranza...  

...e superba innalza la faccia della vittoria...   Lunedì, 27 settembre 1976.   Alle 10 e 30 entro negli uffici della Cementeria, a Merone, dove vengo ricevuto da un importante dirigente. Gli espongo tutto il progetto nel modo più chiaro possibile. Lo convinco. L'ingegner Gianotti promette che darà per la nostra festa alcune macchine, due pale meccaniche e una ruspa gigantesca. Dovremo trovarci più in là per discutere alcuni problemi (comunque risolvibili): la viabilità, l'attraversamento della provinciale per Lecco, gli autisti e l'assicurazione... La sera, quando al quartier generale parlo di questo incontro, cominciamo a cantare: noi la consideriamo già una cosa fatta...  

Martedì, 28 settembre 1976.   Vincenzìn mi fa vedere due splendide macchine che certamente useremo: una falciatrice meccanica e una pala particolare per i movimenti della sabbia... Perfetto. ora occorrono solo lenzuola e mani di donna per le cuciture... Daniela, tornata da Cavolto con Enrico II, intanto fabbrica gli ultimi manichini... Arriva anche il Nicolini a mostrarmi l'ossatura di ferro che deve costituire lo scheletro dei gatti di stoffa (saranno enormi e, all'arrivo del buio, faranno una gran luce penzolando dagli alberi)... 

Sabato, 2 ottobre 1976.   Mariolino, il nostro tesoriere, mi dà una bella notizia: c'è la possibilità di avere un carro agricolo trascinato da due buoi, ma è di un paese vicino e quindi bisogna andare a parlare con il contadino. Mi metto d'accordo con il Tugnìn, che lo conosce bene, e faremo questa cosa domani... Pensiamo anche alla stalla dove far dormire i buoi perché il contadino non può incamminarsi, finita la festa, per ritornare di notte... Il tempo è sempre bestiale. Continua a piovere...   Domenica, 3 ottobre 1976.   Quando arriviamo da questo sant'uomo, è il diluvio... Nonostante tutto riusciamo a parlare con lui. Si chiama Luigi Ronchetti. Gli spiego la cosa e gli garantisco il disturbo. Deve compiere circa 6 km. di strada! significa un tempo di non meno di 2 ore! eppure arriverà in Monguzzo con il carro dei buoi!... A pioggia finita, un raggio di sole illumina Giuseppe, Laura, Rocco e Sergio Trezzi che, felicissimi dopo una birra, sorridono aspettando domenica...     

Venerdì, 8 ottobre.   E' già mezzanotte e perdiamo tempo ancora a discutere quando invece è più importante formare squadre di lavoro e aggiungere dei compiti precisi. Riusciamo però a disegnare dei piani... Così va bene. Domani a Monguzzo la sveglia è col gallo (6 archi da finire!) Anch'io arriverò presto perché c'è il drago da finire. La bestia è venuta altissima e deve essere molto stabile per il suo trasporto previsto dal castello fino a giù al prato basso. E poi deve bruciare bene... Buonanotte!... ma che casino!...  

rientro