la PIFFERI & ALPI di Alessandro e Ambrogio Pifferi
(costruzioni metalliche serramenti in alluminio lavorazioni inox e vetro)
in occasione del primo anniversario di attività nella nuova sede
presenta il
Teatro Artigiano
e il suo poema in versi corporali
IL SANGUE DELL’INCUDINE… UN’UMANA MIMESI
azione collettiva finalizzata alla sperimentazione del rapporto attore/officina gesto/officina oggetto/officina
Cantù sabato 10 novembre 2007 ore 21,15
ideazione progettazione e messa in scena
Sergio Porro
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Luci su una strada diritta che taglia in due l’officina per l’intera lunghezza. Il musicista, già con le mani sulle tastiere, ha dato inizio alla sua musica. La musica si fa sentire sempre. Incessantemente. Dall’inizio alla fine, senza concedersi pause, ora accompagna le azioni, ora si impossessa delle azioni, in parte si esprime in autonomia, in parte fa da sottofondo, in gran parte fa strada alle immagini, in larga parte crea essa stessa le immagini e gli avvenimenti… |
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Prigioniera dentro una gabbia di ferro appesa al soffitto, una donna, una pazza, guarda attonita, ogni tanto urla da far paura… Probabilmente invoca la sua liberazione... |
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Dietro una finestra si intravede un uomo in catene, al piano superiore, quasi fosse una cuccia illuminata... una specie di essere umano che, nella condizione in cui si trova, è diventato un cane rabbioso. Latra come un forsennato. Urla come un forsennato… |
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Un fabbro arroventa una barra di ferro facendo rumore con un’autentica fucina che infuoca i carboni... poi, con una grande mazza, lo batte e lo piega... dall’alto un paranchino cala un gigantesco panno rosso… |
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Una donna ai fornelli, in un angolo a parte, tra blocchi di ferro e strumenti di lavoro, sta leggendo un libro mentre aspetta che l’acqua cominci a bollire. Poi immerge un pacco di spaghetti e cura la cottura… A pasta cotta, la scola in una tinozza, rimette l’acqua nella pentola e ricomincia a preparare ancora una pasta… |
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in un angolo, tutta sola, una zingara (o una maga) aspetta qualche avventore. Sul tavolo, una sfera di cristallo, un lumino, il cranio di un animale e i tarocchi… |
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Un uomo impugna un fucile... Con la faccia del ricordo, guarda la sua arma, la scruta, la piega, si alza e prende la mira, si risiede. Riprende le sue azioni, all’infinito. Soprattutto la unge, la pulisce, controlla nelle canne, sorride, piange, e così via fino alla fine... (chi non ricorda Dillinger è morto? Là era una pistola, qui è un fucile...) Davanti a lui una balaustra metallica mette in mostra una cinquantina di martelli storici dell’officina Pifferi… |
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Una decine di quadri, le opere pittoriche di Davide Costacurta, penzolano dall'alto… Una tela è andato a sbattere contro un’immensa ragnatela tessuta dal pavimento fino al punto più alto del soffitto... (l'arte può essere catturata?) |
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Un tabellone di stoffa bianca, suddiviso in 16 quadri, senza illustrazioni, attende il cantastorie… Uno schermo, penzolante, sull’ultima parete, proietta le foto di Daniele Bidoggia…
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Un uomo, vecchio e stanco, trascina in giro lungo i corridoi e tra le macchine dell’officina la sua bicicletta arrugginita: è la bicicletta di nonno Pifferi, fondatore della ditta nel 1910. A una curva la consegna a un altro uomo
che prosegue il cammino… |
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Poi, cieco e mendicante (è diventato Edipo?), vaga in giro per ogni strada tastando il suolo con una verga di ferro, alta e sottile… |
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Sopraggiunge un altro uomo che spinge una moto Guzzi anni ’50 semi sfasciata... Seduto sul sedile posteriore, un giovane uomo
trasporta sulle spalle un blocco di ferro che deve essere lavorato nell'officina… |
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Un uomo arriva guidando un muletto. Trasporta sulle pale incudini antiche. Le appoggia davanti al musicista con l’umiltà di un’offerta, di un dono… |
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Il Pierrot nero e il Pierrot bianco entrano insieme... Ora danzano felici, ora rallentano lacrimosi, ora si guardano tristi...
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Il Pierrot nero Si siede per un tè... affianca la cuoca e così in ogni luogo e tra la gente… |
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Il Pierrot bianco è un cantastorie. Un cantastorie muto. Va sotto il tabellone, suddiviso in 16 quadrotti, senza immagini, e quindi senza storia. Muove la sua bacchetta per indicare il susseguirsi delle scene, che nessuno può ascoltare, perché è muto. Ogni tanto si agita, ogni tanto richiama il pubblico, ogni tanto è lui che corre per chiamare il pubblico a raccolta… |
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Un motocarro compare all’improvviso in fonda alla strada. Trasporta sul cassone tre donne in catene. Una dopo l’altra vengono fatte scendere in luoghi diversi, vicino a un uomo che le aspetta (il boia? il Principe Azzurro?)... |
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Dall’alto del soffitto si mette in moto il carrello gru, cala un grosso gancio. Il primo uomo afferra la prima donna e la sistema dentro una gabbia perché sia elevata. In cima i due trovano posto su di una struttura metallica (una pira di ferro?)... Questa azione viene ripetuta anche per la seconda e la terza donna… |
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Appena le tre donne sono sistemate sulla piattaforma i tre uomini , uno dopo l'altro, accendono il flessibile e lo spingono contro barre di ferro. Immediatamente producono scintille. L'effetto è quello di fiammate che divampano in un rogo... |
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Ritorna il muletto che trasporta sulle pale una marionetta senza vita. La marionetta, in tuta grigia, lascia intravedere i fili bianchi dai polsi e dalle caviglie legati alle pale. Arrivati al punto stabilito, la marionetta lentamente si anima. Le pale si alzano. Gli elastici si tendono. Ora è la marionetta che, mossa dai suoi fili, trascina il muletto in giro per l’officina…
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Un uomo stende una corda bianca lungo i corridoi. Lascia una traccia (il filo di Arianna?). Lo segue da vicino la Maschera Neutra che gioca a tenersi in equilibrio su questa traccia e raggiunge più spazi… |
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Un gruppo di anime perse (l’anima dell’incudine) avanza in movimento rotatorio, al rallentatore, richiamando l’attenzione generale. Pigola. Mormora… Afferra i martelli esposti e arriva al luogo dove sono ammucchiate lastre di lamiera… |
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Intanto un principe, elegantissimo, ha fatto la sua comparsa danzando in ogni angolo dell’officina con uno scheletro di alluminio, informe, una dama astratta...
Volteggia leggero, divino, creando passi di valzer lontani che ricordano tempi romantici e antichi… |
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Compare il Pierrot nero con una cesta tra le braccia. Subito dopo di lui, un uomo muove un muletto nano con le pale a terra e trasporta blocchi informi di ferro e ancora foglie secche. Passo dopo passo, semina ovunque le foglie appoggiandole a terra, in ogni angolo. Accompagnano i gesti dell’offerta lievi mormorii, come dei dolci lamenti, o echi di canti lontani… Alla fine del corridoio, appoggia le foglie con una cura diversa: sta disegnando una forma, una geometria. Compiuta questa installazione semina all’interno della forma appena costruita limatura di ferro ripetendo religiosamente il consueto gesto del contadino… |
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Sopraggiunge da lontano un gruppo di persone nascoste sotto un grande telo rosso (il sangue dell’incudine) Il gruppo si muove lentamente. Dal telo fuoriescono teste, braccia e mani… Impugnano i martelli e si dirigono alle lamiere ammucchiate. Ora le colpiscono a rintocchi e infine in crescendo creando l’effetto di una grandinata metallica… Il fracasso assordante, infernale, si mescola alla musica delle tastiere e insieme raggiungono il frastuono della fine...
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opere pittoriche e sculture luminose
Davide Costacurta
proiezioni fotografiche
Daniele Bidoggia
tessitore dell'imponente ragnatela
Gigi Leoni
la pazza nella gabbia appesa al soffitto | Clara Noseda |
il cane rabbioso | Osvaldo Ballabio |
il fabbro ferraio | Antonio Pecoraro |
la donna ai fornelli | Nadia Ponti |
la zingara che legge il futuro | Fiorella Rovagnati |
l'uomo che pulisce e ripulisce il fucine | Nino Franchi |
l'uomo vecchio,stanco e cieco (Edipo?) | Peppo Peduzzi |
la Maschera Neutra | Tarcisio Negrini |
l'uomo che guida la moto Guzzi | Sergio Trezzi |
il ragazzo sulla moto che trasporta un blocco di ferro | Gigi Leoni |
l'uomo che guida il muletto | Alessandro Pifferi |
il Pierrot nero | Elio Tagliabue |
il Pierrot bianco | Bruno Tortoreto |
l'uomo che guida il motocarro | Turi Agresta |
la donna del primo rogo | Luisa Azzerboni |
la donna del secondo rogo | Elena Bruno |
la donna del terzo rogo | Myriam Bettinelli |
il boia (o Principe Azzurro) del primo rogo | Roberto Frigerio |
il boia (o Principe Azzurro) del secondo rogo | Gianni Natali |
il boia (o Principe Azzurro) del terzo rogo | Alessandro Pifferi |
la marionetta che trascina il muletto | Laura Baserga |
le anime perse (l'anima dell'incudine) | Matilde Mazzola |
Flavia Rovagnati |
5Viola Rovagnati |
6Gabriella Valnegri |
il Principe che danza con la ballerina di alluminio |
Michele Viganò |
le le persone del telo rosso (il sangue dell'incudine) | ) Liliana Concordati |
2Simone Elli |
Josephin Frangione |
Elena Razzi |
Francesca Santamaria |
Dario Trezzi | |
Anna Zaccaria |
documentazione fotografica |
Daniele Bidoggia |
Mario Borghi | |
Carlo Ricci | |
Paolo Rovagnati |
Luisella Zaffaroni | |
documentazione video |
Giuseppe Ronchetti |
Nicoletta Zucchi |
luci e aiuto alla messa in scena
Fabio Tagliabue
aiuto alle luci e alla messa in scena
Valerio Porro
collaborazioni
Marilù Ardillo Loredana Bianchi Viola Cappelletti Lydia Ciali Maria Gloria Grifoni Gaia leoni
Giulia leoni Ambrogio Pifferi Anna Romano
e inoltre
la Coop. In Cammino e Operai specializzati dell'officina
"Tragedia è imitazione di un’azione seria e compiuta, avente una sua grandezza, in un linguaggio condito da ornamenti… Poiché è imitazione di un’azione, è realizzata da personaggi che agiscono… La tragedia dunque ha necessariamente sei parti, che determinano le sue qualità: la trama, i caratteri, la dizione, il pensiero, lo spettacolo, la musica. Due riguardano i mezzi dell’imitazione, uno i modi, tre gli oggetti imitati, e oltre a questi fattori non c’è niente altro… Il principio dunque, e per così dire l’anima della tragedia, è la trama. Al secondo posto vengono i caratteri… Al terzo posto viene il pensiero, cioè la capacità di dire le cose giuste e appropriate… il pensiero è ciò con cui si argomenta che qualcosa è o non è, o si dimostra qualche idea generale. Al quarto posto viene la dizione: intendo, come ho detto prima, l’espressione che si realizza attraverso le parole, e ha la stessa efficacia in versi o in prosa. Tra i fattori restanti, la musica è l’ornamento maggiore, mentre lo spettacolo ha sì un grande fascino, ma è l’elemento più estraneo all’arte e meno proprio della poetica…"
(Aristotele, Poetica, Roma-Bari, Laterza 2004, cap. 6, pp. 13-17, trad. Guido Paduano)